Grazie alle sue tecniche di produzione di prim’ordine, in quegli anni la Rauch aveva messo in piedi un’interessante attività: l’affinamento di concentrati. Per esempio, acquistava in Ungheria del normale concentrato di mela, lo raffinava a Rankweil rendendolo limpido e lucente e lo forniva ai partner in Scandinavia. All’epoca in Europa ogni paese aveva i suoi confini e questo tipo di attività richiedeva delle speciali procedure doganali abbastanza insidiose.
Un giorno alla Rauch si annuncia un’ispezione della dogana. A loro dire si sospettava che la Rauch calcolasse una riduzione eccessiva del peso nel processo di affinamento dei concentrati. Un’azienda della concorrenza aveva avanzato un reclamo. Le autorità avviarono un procedimento penale di tipo finanziario che durò per molti anni. Roman Rauch ricorda: “Nella fabbrica eseguimmo sotto sorveglianza dei processi di lavorazione come prova. Il risultato fu chiaro: non c’era nessun errore. Fummo assolti.” Per le autorità queste prove non andavano bene. Seconda istanza. Fu sancita una sanzione pecuniaria a causa di un piccolo errore formale. “L’importo era irrisorio, però non potevamo accettare questa condanna. Perciò ci siamo rivolti al giudice di ultima istanza.”
E finalmente l’imputazione fu cancellata.